L’idea di un
Parco della Val d’Orcia, che comprenda i cinque Comuni
(Montalcino, Pienza, S. Quirico,
Castiglione
d' Orcia,
Radicofani),
è nata principalmente dalla volontà degli enti locali di assicurare la
conservazione dei beni naturali e artistici presenti in questa
valle, cercando al tempo stesso di garanti re
all’uomo che con la sua opera ha contribuito alla genesi di un
patrimonio straordinario un effettivo miglioramento economico. Il
paesaggio della Val d’Orcia è l’espressione di una natura
incantevole, ma è anche il risultato e la testimonianza dell’attività
della gente che vi abita e che in buona parte è legata alle tradizioni
e alla cultura contadina. L’agricoltura , e questo sarà uno dei
ruoli del Parco dovrà recuperare e mantenere la sua funzione di
motore per la qualità della vita all’interno del territorio. E sono
proprio questi luoghi compresi tra il paesaggio accidentato, duro e
avaro delle crete e quello più morbido delle colline
tufacee dove la macchia mediterranea, gli oliveti, i vigneti, le
coltivazioni promiscue si interrompono e si intersecano che
evidenziano come e quanto abbia pesato la presenza o l’assenza dell’opera
dell’uomo, e la sua consapevolezza di dipendere dalle risorse dell’ambiente
circostante e dal loro utilizzo rispettoso e razionale. È in fase di
approvazione l’istituzione di un’area naturale protetta di interesse
locale, mentre sono già stati istituiti l’organo di governo —
rappresentato dalla Conferenza dell’Area della Val d’Orcia, di cui
fanno parte i Sindaci dei cinque Comuni e il Presidente della Provincia
— e lo strumento operativo, la Val d’Orcia
Sri, i cui soci sono i
cinque Comuni e l’Amministrazione provinciale, ma che in futuro vedrà
anche la partecipazione di soggetti economici privati.
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